Dopo secoli di vita lieta e di graditudine verso il proprio autore, improvvisamente Orlando il Furioso si rende conto di essere un cavaliere senza passato, perché l’Ariosto, nel poema a lui intitolato, non gliene ha fornito alcuno. Quasi contemporaneamente, e più o meno negli stessi luoghi, l’altro Orlando, l’Innamorato, avverte il disagio di essere il cavaliere senza futuro: Matteo Maria Boiardo, l’autore dell’Orlando Innamorato, l’ha privato di un seguito e di un domani. I due Orlandi si ribellano e fanno il salto: l’uno nel poema dell’altro, a scompigliare le carte. È ciò che accade nell’erudita e giocosa fantasia che dà il titolo a questo volume – il secondo dei tre racconti riuniti qui da Marco Santagata, scrittore che di mestiere fa lo studioso di letteratura italiana classica, ed è fra i maggiori esperti della poesia petrarchesca. E proprio Francesco Petrarca è il protagonista del primo racconto: Il copista è infatti la narrazione, malinconica e impietosa, di una giornata del poeta laureato, e del cantore di Laura ci mostra l’invecchiata umanità, amara e spogliata di allori: assediato dai ricordi, esasperato da una sensualità malsana, tormentato dai rimpianti, eppure intento a comporre un’opera che vorrebbe trasmettere un’immagine di distacco e serenità. La Grande Riforma, infine, si presenta come un’erudita e ironica rivolta dei giocattoli: i personaggi delle grandi opere letterarie, stanchi di essere imprigionati nelle pagine dei rispettivi volumi, decidono di ribellarsi e uscire dalle storie per mescolarsi ad altri personaggi e ad altre storie dando vita a una allegra, libertina, surreale rivoluzione. Tre brillanti variazioni su un unico tema: l’amore per la letteratura.